Slow Wine, la guida ai vini italiani di Slow Food, apre alla Slovenia

«Auspichiamo che Collio-Brda e Carso-Kras siano riconosciuti per quello che sono: due grandi territori vitivinicoli omogenei separati artificialmente da un confine politico. Idealmente potrebbero diventare le prime due Doc transnazionali europee»

«In un momento in cui l’apertura delle frontiere in Europa viene messa in discussione, l’edizione 2017 della guida Slow Wine, in libreria il prossimo ottobre, vuole andare oltre i confini geografici», annuncia Fabio Giavedoni, curatore del volume.

«Per la prima volta ospiteremo e recensiremo le aziende vitivinicole che hanno i propri vigneti compresi nei due territori Collio-Brda e Carso-Kras, indipendentemente dal fatto che la sede della cantina sia in territorio italiano o sloveno, in quanto siamo convinti che le due denominazioni vadano considerate come un unicum dal punto di vista vitivinicolo». L’annuncio di questa novità, fortemente voluta e richiesta da Slow Food Fvg, è stato dato durante l’inaugurazione della manifestazione Teranum e i vini rossi del Carso svoltasi a Portopiccolo di Sistiana.

Il Collio-Brda e Carso-Kras sono per Slow Wine due denominazioni unite da una condivisione di vitigni coltivati, caratteristiche dei terreni e cultura vitivinicola. Idealmente sarebbe auspicabile fossero riconosciute come le prime due Doc transnazionali europee. Questa è per noi l’unica naturale conclusione di una divisione artificiosa, che non solo è oramai inadeguata dal punto di vista storico-politico ma è fuori da ogni logica enografica e vitivinicola condivisibile, ha detto Giavedoni.

La Brda, ovvero la porzione di Collio che sta oltreconfine, è un territorio paesaggisticamente bellissimo e più esteso di quello del Collio italiano, in cui trovare molte cantine vinicole degne di nota e profondamente legate al territorio, troppo spesso ancora sconosciute. Stesso ragionamento per il Kras, piccola porzione del più vasto territorio del Carso, che si sviluppa principalmente in territorio italiano.